SOLO VALIGE DI CARTONE PER CARROZZE DI III CLASSE

Il mondo non è diventato quel brutto posto che è perchè ci sono pochi cattivoni a comandarlo. La colpa è della massa di sgherri striscianti che chiede di essere comandata e sottomessa per qualche briciola di pane raffermo...

Non dimentichiamolo mai (lo scrivo anche per me), la lotta, quella vera, si fa fuori da internet, con il mouse non si cambia il mondo.

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martedì 13 luglio 2010

Una delle conseguenze dell'11 settembre.






 L'undici settembre 2001 è una data che rappresenta una svolta epocale. Dell'evento si è parlato tanto e si è detto di tutto. Molte voci critiche hanno sollevato seri dubbi che si trattasse di un attentato perpetrato dall'organizzazione terroristica denominata “Al-Qaida”, sostenendo, tra le tante, la tesi d'un auto attentato, di un attacco false flag organizzato dagli Stati Uniti quale pretesto, in primis, di un'invasione militare dell'Afghanistan.


Il tema di questo articolo tuttavia non è l'undici settembre. E' una parziale ricostruzione di alcune delle conseguenze dell'evento.


A seguito dell'attentato, il governo vara una serie di misure volte a proteggere il suolo americano e la sicurezza dei suoi cittadini, misure culminate con l'approvazione del famigerato “Patrioct Act”, introdotto dall'amministrazione Bush.


1) “In sostanza il Patriot Act abolisce il principio dell'Habeas corpus per i cittadini stranieri. Ma l'Habeas corpus - cioè il divieto per i poteri repressivi di tenere in prigione qualcuno, intercettarne posta, messaggi e telefonate, e perquisirne domicilio e uffici senza un preciso e motivato mandato della magistratura - è il principio basilare della stato di diritto, principio universale valido per tutti, cittadini o stranieri. Senza Habeas corpus non c'è stato di diritto. Mi chiedo come mai la protesta contro questa forzatura liberticida non sia stata più vasta e più combattiva. “


Un atto che dunque limita, e non di poco, una serie di libertà supreme e di diritti dei cittadini, in vista della loro protezione da un nemico invisibile e indeterminato, sia nel tempo che nello spazio: il terrorismo.


Non quindi un nemico ben individuato come nell'epoca bipolare, bensì un fantasma che aleggia e non si fa scovare.


Le motivazioni per cui i cittadini americani non si siano sollevati contro un tale atto che, per quanto rivolto inizialmente a cittadini stranieri, potrebbe sempre rivolgersi contro le loro stesse libertà (come la storia insegna) possono essere molteplici, alcune delle quali sono:


  • la percezione dell'insicurezza, sicuramente fomentata dai mass media;

  • il credere ingenuamente che l'atto non si rivolgerà contro di loro;

  • l'onda emotiva dell'evento;

  • la percezione del nemico “terrorismo” non come fantasma ma come realtà palpabile;

  • l'esigenza di chiedere al proprio stato (padre) un intervento che permetta loro di sentirsi più sicuri.




L'equazione è sempre la stessa “più sicurezza uguale meno libertà.

Spinti anche da dichiarazioni di questo stampo, i cittadini, sono i primi a chiedere misure per la propria sicurezza:


2)Quando è in gioco la sopravvivenza della comunità deve essere ammessa l'esistenza di una «zona grigia», a cavallo tra legalità ed illegalità, dove gli operatori della sicurezza possano agire per sventare le minacce più gravi

...questo compromesso è l'unica cosa che, in condizioni di emergenza, possa salvare lo stato di diritto e la stessa democrazia”.

....stato di diritto è solo uno strumento, altamente imperfetto.....che fallisce quando scatta l'emergenza, quando qualcuno ti dichiara guerra. …... “  (la guerra l'avrebbero dichiarata i terroristi che sono dappertutto e quindi da nessuna parte)

Rinunciare alla propria libertà per una maggiore sicurezza "percepita" è un peccato mortale che il cittadino paga sempre sulla propria pelle. D'altronde nessuno è garantito da un qualsivoglia stato che decida di intraprendere azioni restrittive delle libertà individuali. E non ci sono costituzioni o diritti naturali che tengano- visto che non ci sarebbe nessuna autorità sovrastatale che vigilerebbe sul loro rispetto.

Non si dimentichi l'era oscura del "maccartismo" - articolo- nell'america degli anni cinquanta in un clima di piena guerra fredda.

Attraverso questo "capitale di paura"- video-, per parafrasare Bauman, gli stati riescono a limitare le libertà. Questa "paura d'aver paura" porta i cittadini a mettersi le manette con le proprie mani, a chiedere "l'arresto" delle proprie libertà. E' forse questo il dato più rimarchevole e preoccupante.


Senza dimenticare il fatto che senza libertà, a svuotarsi completamente di senso è il concetto  stesso di sicurezza.

Il "caos" dunque è sempre preferibile ad uno stato di polizia e ad una prigione dove non si muova neanche una foglia ma al contempo non spiri neanche un alito di vita.


(4)Quanti innocenti  sono stati catturati e torturati sino ad ora in nome dell'11 Settembre? Quanti potrebbero essere se queste misure di sicurezza venissero implementate?

Se la democrazia (parola abusata che non ha quasi più senso) si deve far da parte per garantire ai cittadini la propria sicurezza non chiamatela più democrazia chiamatela con un altro nome, senza ricamarci troppi giri di parole.



“Chi rinuncia alle libertà essenziali per un briciolo di sicurezza temporanea, non merita né l'una né l'altra” Benjamin Franklin




Note:
1«Bush contro i diritti civili» Marco D’Eramo - «Il Manifesto» 11 novembre 2003- intervista a David Cole
2 )  Angelo Panebianco, Editoriale del Corriere della Sera, 13 Agosto, 2006
3Informativa sul voto della "Swift II" dal sito del parlamento europeo.
4)  Tom Hays, 9/11 Detainee Released After Nearly Five Years , 13 Agosto, 2006


Davide.

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