SOLO VALIGE DI CARTONE PER CARROZZE DI III CLASSE

Il mondo non è diventato quel brutto posto che è perchè ci sono pochi cattivoni a comandarlo. La colpa è della massa di sgherri striscianti che chiede di essere comandata e sottomessa per qualche briciola di pane raffermo...

Non dimentichiamolo mai (lo scrivo anche per me), la lotta, quella vera, si fa fuori da internet, con il mouse non si cambia il mondo.

Cerca Articoli...


Powered by Rollyo

sabato 10 luglio 2010

"Cecità" - di José Saramago




C'è un bel romanzo di José_Saramago pubblicato in Italia con il titolo “Cecità”- il cui titolo originario è “Saggio sulla cecità”.

In questo romanzo, in un tempo e in un luogo indefinito, si narra di un'umanità che improvvisamente, mentre è intenta a occuparsi delle proprie questioni quotidiane, diventa cieca.

"E' come essere immersi in un mare di latte ad occhi aperti", dirà uno dei ciechi.

Una cecità epidemica, che presto coinvolge tutti.

Quando lo stato, uno stato qualsiasi, si accorge che questa cecità è contagiosa, avvia le procedure per la quarantena. I cechi vengono internati e lasciati al loro orrore. All'orrore della fame e della sporcizia, all'orrore dei loro bisogni primordiali, delle loro battaglie per la sopravvivenza.

"E' una vecchia abitudine dell'umanità, passare accanto ai morti e non vederli….Non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo…. Ciechi che, pur vedendo, non vedono…. Il mondo è pieno di ciechi vivi".

Lo scrittore racconta un concetto di per sé banale, ma lo fa con la solita maestria, riuscendo a penetrare nelle profondità più oscure della natura umana.

I personaggi sono tratteggiati con delle caratteristiche generiche “la ragazza con gli occhiali scuri, il ragazzo strabico”, la punteggiatura è assente- o quasi – i dialoghi dei personaggi sono separati dalla virgola

«Il medico gli domandò, Non le era mai accaduto prima, voglio dire, la stessa cosa di adesso, o qualcosa di simile, Mai , dottore, io non porto neanche gli occhiali».

Lo scrittore lascia poche, pochissime speranze all'umanità.
Simbolo della speranza è una donna. L'unica vedente. La quale ha seguito suo marito (un medico) fingendosi ceca, dopo aver capito a quale fine fosse destinato.
E' lei a guidare gli internati verso una residua speranza di salvezza, è lei a tenerli uniti, mentre è testimone oculare di un orrore indicibile.

«Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono»
(La moglie del medico)


Un libro che vale sicuramente la pena di leggere. In un mondo sempre più ceco, sempre più indifferente verso il prossimo.

Una cecità che infine non è solo rivolta verso gli altri, ma sopratutto verso se stessi. Che descrive un individuo ormai incapace di guardarsi dentro, di fermare il trantran quotidiano che lo travolge e lo sopraffà, un individuo che non è solo indifferente agli altri ma pure a se stesso.

Un monito a fermarsi e a guardarsi dentro e attorno, prima che sia troppo tardi....ma forse è già troppo tardi!



Davide






Nessun commento:

Related Posts with Thumbnails