SOLO VALIGE DI CARTONE PER CARROZZE DI III CLASSE

Il mondo non è diventato quel brutto posto che è perchè ci sono pochi cattivoni a comandarlo. La colpa è della massa di sgherri striscianti che chiede di essere comandata e sottomessa per qualche briciola di pane raffermo...

Non dimentichiamolo mai (lo scrivo anche per me), la lotta, quella vera, si fa fuori da internet, con il mouse non si cambia il mondo.

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sabato 17 luglio 2010

Riforma Finanziaria Usa…. e mercato



(breve excursus sulla Riforma Finanziaria Usa e rimandi ad articoli che approfondiscono il tema).

Della recente riforma finanziaria Usa ho sentito parlare al TG3 “Linea Notte” un paio di notti fa.
La riforma veniva inquadrata, da Giovanna Botteri (inviata Usa per il TG3), come la seconda “grande riforma” di Obama dopo quella sanitaria. pur nelle mille difficoltà attuali e nel calo di popolarità che sta vivendo l’amministrazione.
Nel breve trafiletto mediatico a disposizione, la giornalista, ha potuto semplicemente dire che la riforma offriva maggiori garanzie ai consumatori e poneva un maggior controllo sulle banche.

Una Riforma presentata in maniera positiva, insomma.

A leggere le carte, ci sono elementi che sembrerebbero rivolgersi in questa direzione come ad esempio il divieto di assistenza statale agli istituti bancari "troppo grandi per fallire",eppure, entrando nel merito e per alcuni difetti strutturali insiti nel sistema di controlli del mercato americano si scopre quanto la riforma sia poco efficace.

Nulla è stato detto sul fatto, che l'intervento lasci invariati nella sostanza i privilegi delle grandi banche ,che di fatto continueranno ad agire in regime di oligopolio finanziario e nulla esclude che "facciano cartello" “ com'è nel costume di ogni oligopolista che si rispetti, al fine di trarne il massimo profitto.
Non si è detto neanche del come  si sia abbandonato completamente il “Piano Paulson”, che intendeva riformare completamente il sistema dei controlli del mercato finanziari, attraverso la creazione di un’autorità federale **“per l'eliminazione dello stato particolare per le saving banks, controlli a livello federale per il mercato assicurativo, unificazione della sorveglianza sui mercati mobiliari”.
Progetto ambizioso contenuto nel rapporto del Tesoro americano ( redatto nel marzo 2008- nella piena  virulenza della crisi finanziaria) - “Blueprint for a Modernized Financial Regulatory Structure.
E’ importante notare come il sistema di controlli del mercato finanziario e assicurativo americano sia disperso in una miriade di agenzie che hanno potestà solamente a livello statale e non federale.
Appare chiaro che questo sparpagliamento in più enti renda la vigilanza piuttosto inefficace. 
La Riforma invece di unificare aumenta questo frazionamento ed è questo uno dei nodi fondamentali:
se non si riescono a controllare efficacemente gli attori coinvolti come si fa a far rispettare una serie di disposizioni. Chi impedisce ai giocatori senza l'arbitro di fare un pò ciò che vogliono?
Per un approfondimento della questione rimando all’articolo- 

I LIMITI DELLA RIFORMA FINANZIARIA USA, OVVERO: CHE FINE HA FATTO IL PIANO PAULSON?

Colossi bancari come Goldman Sachs e  JP Morgan, per citarne solo due, ossia istituzioni in grado di manipolare il mercato in determinati frangenti o quasi in ogni frangente, non vengono dunque per nulla indeboliti (per quanto si fosse ventilata la possibilità di spezzettare queste grandi banche “troppo grandi per fallire”- possibilità disattesa), come non viene meno l'eventualità qualora si ripresentasse la crisi che gli stessi colossi possano ricevere degli aiuti a livello federale, pena il loro fallimento e il conseguente inevitabile collasso del sistema su se stesso (Questo è il ricatto più grande di tutta questa faccenda,  questo nodo che unisce in maniera indistricabile le sorti delle banche con le sorti dello stato- un ricatto che a pagare sarebbero unicamentei  cittadini: in termini di posti di lavoro, di  innalzamento della tassazione etc..).

Infatti:

1) *** “Non vi sono regole dimensionali specifiche per evitare che da un oligopolio nascano situazioni di insolvenza sistemica
2) Le regole sul trading in conto proprio si applicano solo alle banche commerciali (che tanto non fanno credito, quindi è probabile che ora che ha rimborsato i prestiti pubblici Goldman riprenda lo status di banca d'investimento). Per le altre, nessuna regola sulla possibilità di andare a leva molte volte sul patrimonio.”

Rimando ad un piccolo articolo di Marcello Foa: che offre alcuni spunti interessanti.

La Riforma dunque non sradica il problema in se. Introduce piuttosto dei cambiamenti superficiali che, nella sostanza, non cambiano le regole del gioco. Non smantella “in potenza” la natura altamente speculativa di un mercato, ove permangono "zone grigie" nella fattiva e concreta applicazione delle nuove norme indicate e dove alcune di esse non entreranno che fra diversi anni.
In effetti non c’è da stupirsene. Una riforma di tale portata avrà fatto accomodare sugli “scranni” di Washington orde di lobbysti e speculatori. 

Intanto si apprende che i segni di un’ulteriore e più grave crisi ci sono tutti. Ma questa è un’altra storia. Un altro articolo.


Per una panoramica:
Articolo fuori dal coro:
Riferimenti:

2 commenti:

barbaranotav ha detto...

sembra fatto apposta...
Obama dice niente più soldi per wall street e la brosa va giù....
http://www.corriere.it/economia/10_luglio_21/obama-riforma_a8a83234-94f5-11df-91c3-00144f02aabe.shtml

Davide. ha detto...

Mi sembra che il mercato abbia più a che fare con le questioni di fede che con la realtà. Se hai fiducia sale se hai sfiducia scende. Se a parlare di sfiducia è il presidente della Fed scende di più. Altro che economia reale questa è pasta frolla.

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