SOLO VALIGE DI CARTONE PER CARROZZE DI III CLASSE

Il mondo non è diventato quel brutto posto che è perchè ci sono pochi cattivoni a comandarlo. La colpa è della massa di sgherri striscianti che chiede di essere comandata e sottomessa per qualche briciola di pane raffermo...

Non dimentichiamolo mai (lo scrivo anche per me), la lotta, quella vera, si fa fuori da internet, con il mouse non si cambia il mondo.

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venerdì 18 giugno 2010

Pomigliano: una firma obbligata verso il baratro.





 
 Non tragga in inganno il titolo. Il baratro è già qui, mentre guardiamo verso l'alto, dal fondo di questo pozzo, nella speranza di trovare qualche residuo di luce dall'alto. (Trickle-down economics)

Se di svolta volessimo parlare dovremmo posare lo sguardo, tra gli altri, sul trattato di Lisbona, ma non è il tema dell'articolo. Pomigliano é la punta sempre più visibile di un iceberg sempre meno sommerso.



Sarebbe dunque ipocrita dipingerlo come la svolta verso l'accettazione di nuovi accordi capestro che vedrà presto nuovi attori (altre aziende) con le solite vecchie comparse (Sindacati e Confindustria). Pomigliano è un iceberg la cui superficie è un deserto di ghiaccio e diritti che si staglia sempre più nitido nelle bocche, nelle tasche e nella vita di milioni di lavoratori: si chiama libero mercato selvaggio
 Non fa sconti a nessuno. Non fa accordi e suole imporre ricatti, senza remore ne pentimenti. 
 
Lo dice lo stesso Angeletti che "l'era dell'antagonismo è finita." Anche se in realtà finita lo era già da un pezzo.
Riconoscendo al sindacato e al suo stesso sindacato una posizione puramente cerimoniale nel contesto dell'accordo. Seppur, io stesso, definisca la posizione della Fiom un'opposizione di “maniera”, una posizione destinata a cadere vista la debolezza contrattuale della parte sindacale. (Pare che il punto di discordia della Fiom  sia marginale rispetto ai termini globali dell'accordo. Questo è importante per capire fino a che punto un  un dissenso sia un dissenso-leggi articolo motivi dissenso)). 
 
O la Fiom accetta o la Fiat resta in Polonia. La Fiat pretende che tutte le parti sindacali in gioco accettino, altrimenti non se ne fa nulla. Se questa non è una posizione di forza assoluta! A questo proposito è interessante sapere cosa ne pensano  i lavoratori polacchi di tutta questa faccenda.
 
A leggere le righe dell'articolo sembrano più combattivi del nostro sindacato. e di buona parte dei nostri lavoratori. Ma loro non si nutrono di politica e politichese, si nutrono piuttosto della stessa sostanza di cui parla  Marco Cedolin nel titolo del suo bel pezzo.
Cos'è Pomigliano dunque se non è la svolta?
Pomigliano è il simulacro di un giro di boa. Non il giro di boa. Quello è già stato fatto.
Pomigliano è la chiave, per chi non volesse ancora capirlo, che a girarla ci si apre una serratura che schiude il desolante panorama di anni di rinegoziazioni a ritroso  e in negativo di diritti che ormai si davano per acquisiti. 
 
Pomigliano è in definitiva la formale dichiarazione di guerra ai diritti dei lavoratori. Se prima erano ondate lente, seppur continue, a frangersi in un corollario di solidi scogli (diritti), ora, che la pietra è ben levigata, l'acqua è libera di scorrere e lo fa senza la minima pudicizia. 
Ed è risaputo che l'acqua di mare non si deve bere perché prima o poi, a furia di berla, crepi.


Davide.

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